OMELIA INTRODUTTIVA
DI SUA EMINEZA REV.MA GENNADIOS ZERVOS
ARCIVESCOVO-METROPOLITA ORTODOSSO DITALIA
AL CONVEGNO ECUMENICO NAZIONALE SULLE BEATITUTINI
(Viterbo, 6 - 8 febbraio 2003)
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Con grande gioia ed immenso piacere saluto quanti partecipano a questo Incontro intercristiano. Un saluto speciale al Vescovo di Viterbo, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Lorenzo Chiarinelli, al Sindaco di questa nobile Città Dott. Giancarlo Gabbianelli, nonchè ai due co-presidenti Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Chiaretti, Arcivescovo di Perugia e Presidente della Commissione Episcopale per lEcumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana, ed al Prof. Gianni Long, Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Ho lonore di trasmettere Loro gli auguri di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I per il buon successo di questo nostro incontro, che da parte di tutti si auspica che costituisca un passo avanti, non soltanto per i rapporti ecumenici intercristiani in Italia, ma contribuisca anche allelevazione spirituale di tutti i cristiani dItalia, come anche di tutti gli uomini di buona volontà che abitano nel nostro Paese.
Onorato della designazione come co-presidente di questo importante incontro sulle Beatitudini, il mio breve intervento introduttivo deve essere considerato come un umile contributo fraterno a questa assemblea. Le Beatitudini, animate da uno spirito di ottimismo, che proviene dalla salda fede in Dio Sommo Bene, Padre degli uomini, pieno di amore e di vero affetto verso le Sue creature, presentano lideale del carattere cristiano (Mt 5, 3-9).
Luomo plasmato da Dio, come corpo appartiene al mondo materiale e di conseguenza ha molte cose comuni con le altre creature di Dio. Per quanto riguarda, però, il logikòn (lessere ragionevole) e la natura spirituale appartiene al mondo immateriale ed invisibile. Giustamente, luomo definito microcosmo, fra le altre creature ha ricevuto un destino particolare, addirittura unico. E a tutti noi nota la famosa frase della Santa Scrittura: Facciamo luomo a nostra immagine; a nostra somiglianza (Gen 1,26).
Il nostro Signore Gesù Cristo determina con frasi incisive i presupposti necessari dei membri del Regno di Dio. Mette in armoniosa conposizione le virtù che, come pietre preziose, ornano la vita cristiana. Stabilisce le regole con cui luomo giunge alla perfezione cristiana o, in altre parole, compie il suo destino.
E verità evidente che il Signore non parla in modo astratto, come i moralisti. Nelle Beatitudini viene descritto il carattere intemerato e perfetto del Signore. Abbiamo il vivo esempio della virtù perfetta, il nostro Signore, Cui dobbiamo assomigliare, come dice nella sua Prima Lettera San Giovanni: Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato (2,6).
La prima parola, che è stata ascoltata dalla bocca del Legislatore, quando formulava la Legge, è la parola beati. La parola makàrios (beato) in greco significa originalmente quello che ha grande ricchezza, grande forza ed ha la stessa radice della parola màkos, cioè lunghezza, col senso di grande, abbondante, forte, prospero, felice, fortunato. Questa prima parola della legge etica beato, corrisponde pianamente al desiderio delluomo, allardore più profondo e più forte della sua anima.
Le Beatitudini, questione importantissima che ha carattere universale, hanno relazione in genere con luomo vivente, che cerca la beatitudine, cioè lincorruttibilità e limmortalità della vita, lesultanza e la letizia della vita immortale.
Sappiamo che lessenza vitale delluomo ha, di natura, il corruttubile ed il mortale ed egli, consumandosi e morendo, lotta per evitare le afflizioni e gli ostacoli, per evitare la corruzione e la morte. Di conseguenza, la beatitudine è al di fuori dellessenza vitale delluomo ed egli la desidera e la cerca, ma, purtroppo, non la trova, e ciò perché luomo si smarrisce allontanandosi dalla vera fonte della beatitudine, che è il Re dei Re e il Signore dei Signori, lunico che possiede limmortalità ed abita nella luce inaccessibile, il Quale nessuno degli uomini ha visto, ne anche può vedere, il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Per Suo tramite la beatitudine è trasmessa a tutti quelli che sono virtuosi, ornati dalle virtù beate di Cristo. Di conseguenza, luomo deve chiedere la beatitudine in Cristo, nelle virtù della natura di Cristo, nelle beatitudini di Cristo. Il Profeta Abbacum canta: Ha coperto i cieli la tua virtù o Cristo ed è piena la terra dalle tue lodi.
Ogni uomo, lontano da Cristo, al posto delle virtù opera il male e possiede difetti, come superbia, durezza di cuore, ingiustizia, avidità, empietà, blasfemia, falsità, miseria, è torturato dal peccato, costituisce una disgrazia dentro la società, bruciato dalla corruzione e dallimpenitenza.
E verità incontestabile che luomo desideri e cerchi la beatitudine, e di conseguenza il problema è universale, come abbiamo detto sopra. La soluzione per luomo della nostra epoca è doppia: buona, per quelli che cercano la beatitudine in Cristo, per quelli che lavorano per acquistare le Sue beate virtù; cattiva per quelli che desiderano e cercano la beatitudine al di fuori di Cristo, quelli che cadono, al contario della beatitudine, nello stato della cattiveria, della miseria e della disgrazia.
LAmico degli uomini e Sommo Bene, Dio nostro, ha dato alluomo tutto, eccetto il lavoro, che dobbiamo impiegare per lacquisto e lesercizio delle virtù, tramite le quali diventiamo beati. Dallaltra parte non operando per lacquisto delle virtù e della beatitudine eterna, ma per lacquisto di ricchezze e di beni terrestri, sicuramente risolviamo male il problema della ricerca della beatitudine.
Lo studio attento delle parole di Nostro Signore Gesù Cristo e loperare secondo i loro principi, è un lavoro coraggioso per la buona soluzione della questione della beatitudine, come ci assicura Cristo stesso: Beati chi ascoltano la parola di Dio e la conservano. Dalla bocca del nostro Signore Gesù Cristo sorge la vera beatitudine come acqua di vita incorruttibile ed immortale. Perciò secondo il detto del Signore chi vuole venire dietro di me, rinunci a se stesso, prenda la propria croce e mi segua. Chi ha sete della beatitudine si può accostare, dopo che avrà denunciato i propri peccati e la propria intransigenza, per bere e riempire la sua vita della beatitudine di Dio. In questo caso luomo fedele usa anche la propria libera volontà, che desidera ed adopera secondo lopinione di Cristo ed i Suoi comandamenti. Deve essere sicuro il membro fedele della Chiesa che, come non si è abbattuto, malgrado le calunnie, Colui che è nato, è stato crocifisso ed è risorto dai morti, il Suo Salvatore Cristo, ma al contrario è riflesso come Dio vero da Dio vero, ed i Suoi nemici ci sono vergognati ed abbattuti in eterno, in modo simile, anche chi segue i Suoi comandamenti ed, in genere, il Suo insegnamento, malgrado che esso sia calunniato e diffamato, risplenderà e sarà salvato. Luomo ha bisogno oggi di rivestirsi dalla beatitudine di Dio, per diventare coraggioso, forte, elemento prezioso ed ottimista allinterno della società ed indirizzarsi verso il Regno dei cieli.
Gesù Cristo, leccezionale Maestro delluomo, è lunico Datore della vita e della felicità. La teoria senza le opere è come lombra che passa; è una casa senza fondamenta. Dalle sue opere dipende la vita eterna e la felicità o leterna tristezza e linfelicità del cristiano. Ma chi proclama i vincitori beati e concede il premio della beatitudine dallinfinita fonte della propria beatitudine è Cristo. Egli si offre disinteressatamente e ben volentieri, con bontà inesauribile, pronto per darci la felicità. Il mezzo che porta alla beatitudine è, come abbiamo già detto, la virtù, da Lui insegnata e trasmessa. Sorgendo da Cristo, la virtù è il supremo bene che soddisfa pienamente il desiderio della beatitudine e rende luomo veramente beato. Quanti filosofi antichi sono stati illuminati dalla luce divina hanno compreso che nessun bene di questo mondo può essere paragonabile alla virtù. Tutto loro che è sulla terra e sotto la terra non è degno della virtù hanno confessato. Salomone la proclama più onorabile delle pietre preziose, ogni cosa onorabile non è degna di essa (Prov. 3,15). La virtù libera luomo dai complessi e dalla malvagità ed instaura dentro la sua anima la pace, che non può essere paragonata a tutti i tesori del mondo insieme. Essa fa fuggire le cause delle divisioni sociali - odio, invidia, avidità, ingiustizia - e crea larmoniosa convivenza dei gruppi e delle società. Essa collega luomo con Dio, la fonte della felicità. Essa è la regina tra i beni. Quando manca, non è sostituibile con nessun altro bene; quando esiste, sostituisce tutto ciò che manca. Essa determina il vero valore delluomo e lo conduce al compimento della sua destinazione, nella beatitudine dei cieli.
Ecco, allora, un messaggio evangelico, che attraverso ogni epoca rimane nuovo e prezioso per la vita delluomo, ma anche per larmoniosa convivenza delle società, in modo che regni la pace di Dio e cessino la guerra e la catastrofe.
Ecco una regola divina che rende luomo virtuoso e perfetto e, di conseguenza, beato e felice, unito con Dio creatore.
Ecco una forza creativa che fa rinascere luomo, nobilita il suo cuore, civilizza i popoli, crea i presupposti benefici del progresso sociale, eleva luomo alla sua alta predestinazione, lo rende grande e incomparabile.
Soltanto, volendo ed operando così, il fedele della nostra epoca potrà fondare saldamente la sua religiosità, la sua fede e confessione cristiana. Soltanto così potrà basare la sua vita su Cristo, mettere le parole del Signore opera quoditiana della sua vita, non vivere la secolarizzazione che è catastrofe e morte non solo per se stesso, ma anche per tutta lumanità. Baserà le sue speranze, sia per la vita presente che per quella futura, su Cristo della speranza, come in una pietra e roccia incrollabile, come ancora dellanima sicura e certa (Ebr 6,19). Volendo e operando secondo le Beatitudini, luomo riconoscerà che il suo prossimo è immagine di Dio e di conseguenza fratello in Cristo. Ciò vale ancora di più per quanto riguarda i confratelli cristiani che sono rinati tramite il Santo Battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Daltronde, Cristo è venuto nel mondo per salvare noi uomini, renderci figli di Dio e di conseguenza fratelli tra di noi. Se amiamo gli uni gli altri, Dio resta tra di noi e il suo amore è compiuto in noi (I Giov 4,12 e 5,1). Cristo ha umiliato se stesso, sedendo dallaltezza della sua divinità fino al punto di ricevere la forma del servo e non avere vergogna di chiamarci fratelli (Ebr 2,11).
Con il grande e forte messaggio delle Beatitudini che dà il Salvatore dellumanità, siamo chiamati in questepoca difficile che attraversiamo a considerare noi stessi uguali ad ogni figlio di Dio e fratello di Cristo, quanto in alto crediamo di essere noi e quanto in basso pensiamo che si trova laltro. Siamo chiamati a seguire le orma del benefico amore di Cristo, ad interessarci per ogni fratello che ha bisogno del nostro aiuto con linteresse e lamore della dedizione e della cura. Altrimenti, chi non ama, non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore, come dice lEvangelista Giovanni.
Le Beatitudini essendo, allora, la parola divina di Cristo, nostro Dio e Salvatore, è amore che è incomparabilmente superiore alla conoscenza ed edifica gli uomini (I Cor 8,1 e 13,1-3) e le società, concedendo beni eterni e divini: luguaglianza, la pace, la giustizia, la libertà e la felicità in questo mondo terrestre in cui viviamo e il Regno celeste nella vita futura.