Apertura
dei lavori del Primo Incontro dei Vescovi Ortodossi in Italia e Malta
Discorso di Sua
Em.za il Metropolita Gennadios
Con sensi di sincero affetto e profonda
stima rivolgo alle Loro Eminenze ed a Sua Eccellenza Reverendissime, recando
il saluto e le preghiere del Patriarca Ecumenico Bartolomeo.
Desidero, innanzitutto, ringraziare il nostro Signore e Dio Onnipotente ed Amante
degli uomini per averci concesso questa benedetta e felice occasione di realizzare
questo fraterno incontro, che speriamo essere un aiuto per il futuro, per la
collaborazione, per il reciproco rispetto e per il reciproco sostegno allo scopo
di promuovere lo sviluppo e curare l’immagine della nostra comune Santa
Madre Chiesa Ortodossa.
Desidero, quindi, ringraziare i saggi e venerandi Primati delle Chiese Ortodosse
Locali, il quali si sono dati cura di tutti i membri delle chiese Ortodosse,
dei loro figli, il quali affrontano problemi e difficoltà, in modo particolare
oggi, in cui la crisi spirituale, morale ed economica ha provocato profondi
danni come la disoccupazione, la povertà, le guerre, l’indifferenza,
l’incomprensione ed altro.
Come tutti ben sappiamo, “Su invito e sotto la presidenza del Patriarca
Ecumenico Bartolomeo” si sono incontrati a Costantinopoli, nella sede
del Patriarcato Ecumenico, i Primati ed i rappresentanti delle Chiese Ortodosse
Locali.
Tale avvenimento ha sinceramente rallegrato il clero ed il popolo di Dio, li
ha rafforzati, li ha incoraggiati e ci ha riempiti tutti di gioia e speranza,
come anche di sentimenti di dedizione e responsabilità nei confronti
dei nostri fratelli ortodossi, dei quali l’unità e la pace tra
di loro e verso noi devono essere concrete.
Al punto 13 dei Lavori preparatori del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa
è sottolineato il dovere che noi siamo “in spirito di amore, pace
e responsabilità nella ricerca della soluzione dei problemi nei rapporti
reciproci”.
Dal momento che ci troviamo nel cuore del Cattolicesimo Romano dobbiamo custodire
salda l’unità della Chiesa Ortodossa, la quale deve rimanere indivisa
in questa unità, spiritualmente, moralmente e socialmente forte, perché
possa trasmettere al mondo il proprio messaggio, messaggio di amore, pace, unità
e speranza.
L’argomento della diaspora ortodossa ad una sola unità amministrativa,
costituisce un tema di attualità ed è stato affrontato in numerose
occasioni dai rappresentanti delle Chiese ed è dunque richiesta a tal
proposito una loro decisione condivisa.
Il Patriarca Ecumenico ed i Primati delle Chiese ortodosse hanno espresso la
loro volontà di sanare rapidamente ogni anomalia canonica.
In questo momento, la nostra Istituzione Episcopale Ortodossa d’Italia
e Malta, vale a dire noi umili e fedeli servitori della nostra Madre Chiesa
dobbiamo lavorare e collaborare fraternamente e, conseguentemente, in modo conforme
all’ecclesiologia ortodossa ed alla tradizione e prassi della Chiesa Ortodossa
per la creazione di una situazione transitoria, che, come dal documento dei
nostri rappresentanti a Chambèsy, nel Centro Ortodosso del Patriarcato
Ecumenico “Diaspora Ortodossa. Decisione”, “preparerà
il terreno per la soluzione strettamente canonica del problema”, in quanto
nella fase attuale non è possibile l’immediato passaggio alla stretta
applicazione dell’ordine canonico della Chiesa, “vale a dire, l’esistenza
di un solo vescovo nel medesimo luogo”.
Noi dobbiamo agire secondo la volontà di Dio ed in base ai principi ed
agli indirizzi ricevuti dalle nostre Chiese Ortodosse Locali.
Il nostro compito e responsabilità sarà, dunque, da una parte
la cura di manifestare l’unità dell’Ortodossia e lo sviluppo
di una comune azione di tutti gli ortodossi allo scopo di trovare una soluzione
delle emergenze pastorali e d’altra parte la nostra testimonianza comune
nei confronti degli eterodossi.
In questa nostra nuova preziosa esperienza dobbiamo, per il bene e l’utilità
della nostra Chiesa Ortodossa, porre il nostro amore, la nostra Fede, la speranza,
la nostra disponibilità, il nostro contributo, come anche tutto il nostro
umile servizio, certi che solo in tal modo la nostra Istituzione Episcopale
Ortodossa d’Italia e Malta potrà svolgere la sua preziosa opera
e si potrà manifestare il pregio delle attese delle nostre Chiese e,
basandosi sulla propria unità, sarà realmente forte e farà
risplendere più chiaramente in questo luogo i messaggi perenni e salvifici
della Chiesa Ortodossa per l’uomo, che è “icona di Dio”,
secondo l’insegnamento dei sapienti Padri greci della Cappadocia, e per
il quale è nato, è salito sulla croce ed è risorto “il
Signore e Dio nostro” Cristo, il Salvatore del genere umano.
Venezia, Cattedrale di san Giorgio
dei Greci, 16.11.2009